“Chiedere ai ragazzi: di che cosa avete bisogno?”

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Cosa si potrà fare nei centri estivi gestiti dalle parrocchie? Quali sono le regole da seguire? Quale valore ha per i giovani riprendere finalmente con le attività?

Per rispondere a queste domande è nata l’idea di un breve corso di formazione organizzato in collaborazione fra il CSI di Genova e il Movimento Ragazzi.

La passione educativa del Movimento Ragazzi nasce storicamente con l’esperienza dei campi estivi di  Monte Leco a Voltaggio nel 1950 grazie a don Gaspare Canepa, per “don Ga”: poi si sviluppa nel tempo sempre con la convinzione nel cuore di ogni giovane ci sia un capolavoro d’amore, unico ed irripetibile, soprattutto quando è nascosto.

Il corso di formazione si è svolto  online, sulla piattaforma “Google Meet “, lunedì 7  giugno e giovedì 10 giugno dalle 20.30 alle 21.30.

L’obiettivo è stato  quello di mettere in condizione gli oratori della Diocesi di conoscere in maniera sostanziale limiti e regole, di dare spunti sui giochi e le attività ludico-sportive- dice Enrico Carmagnani Presidente CSI Genova e di come beneficiare anche dei contributi pubblici . L’anno scorso molte parrocchie rinunciarono ad organizzare i centri estivi sia per scrupolo di sicurezza sia per poca informazione. Ci era sembrato doveroso mettere a disposizione le nostre competenze per supportarle”.

Una ventina i partecipanti al corso di formazione che hanno fatto anche molte  domande sulla gestione pratica dei centri estivi.

Nel primo incontro, lunedì 8 giugno, si è parlato delle normative, degli aspetti gestionali e dell’organizzazione dei centri estivi.

Anche quest’anno sarà necessario separare i gruppi con la cosiddetta “bolla” per favorire la tracciabilità.

Enrico Carmagnani, presidente Csi Genova, nel suo intervento ha parlato dell’importanza del patto di corresponsabilità da far firmare ai genitori, del corretto uso delle mascherine, del triage, della differenza fra igienizzazione e sanificazione, della gestione del materiale, dei laboratori con i quali, con semplici gesti, si possono sensibilizzare i bambini sul tema della prevenzione dal Covid.

Il secondo incontro, giovedì 10 giugno, è stato quasi interamente dedicato  al tema della  relazione educativa nel tempo del Covid, ai giochi ed attività che si potranno proporre anche in base all’età dei partecipanti.

Quest’anno rispetto all’estate 2020 ci sono più consigli e raccomandazioni per gli organizzatori dei centri estivi che norme-dice Francesco Gnecco Movimento Ragazzi-. Nelle linee guida mi fa piacere leggere che si sottolinea l’importanza della qualità delle relazioni piuttosto che solo “attenzioni”. Una cosa che è tanto mancata a tutti nell’ultimo anno”.

Da alcuni rappresentanti delle parrocchie partecipanti al corso di formazione  è emerso un dato abbastanza preoccupante.

I ragazzi più grandi hanno perso un po’ di entusiasmo e voglia di partecipazione: sono stati certamente i più penalizzati durante il lockdown e sarebbe una grande sfida andare a cercarli e chiedere di che cosa hanno bisogno.

Gli operatori dei centri estivi ,è stato ricordato, non sono animatori di villaggi turistici, ”gestori di un parcheggio di bambini” ma educatori che attraverso i giochi e lo sport vogliono trasmettere dei valori.

Non bisogna solo proporre giochi “atletici e di fatica” che potrebbero essere penalizzanti se non addirittura frustranti per alcuni –sottolinea Francesco Gnecco– ma dare a tutti la possibilità di esprimere le proprie abilità. Occorre sempre condividere i giochi  con bambini e ragazzi e sarebbe auspicabile anche tenere un ”giornalino” del centro estivo dove possano raccontare le loro esperienze ed emozioni. I giovani arrivano ai centri estivi 2021 dopo 15 mesi un po’ particolari ed anche, e soprattutto di questo , bisogna sempre  tenere conto”.

 


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