” Generare futuro”: le assemblee elettive CSI

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Abbiamo il dovere di  costruire una nuova realtà, dobbiamo costruire tutti insieme una società più giusta, più equa e più cristiana, e porre fine alla pandemia della povertà, altrimenti tutta la sofferenza sarà stata inutile”.

Sono state queste bellissime parole inviate da Papa Francesco con un video messaggio ai partecipanti alla Veglia di Pentecoste mondiale organizzata on-line nel maggio scorso a dare il via alla stagione assembleare che il  Centro Sportivo Italiano dovrà completare nei prossimi due mesi in tutta Italia.

Il Papa ispira così anche il titolo “Generare Futuro” delle assemblee elettive per il quadriennio 2020-2024.

Una motivazione forte quindi per il rinnovo delle cariche dei comitati territoriali e regionali.

Le elezioni sono già state rinviate un paio di volte a causa dell’emergenza coronavirus: il Presidente del CONI Giovanni Malagò con una lettera ufficiale al Presidente del CSI Vittorio Bosio ha certificato che non saranno concesse ulteriori proroghe.

L’assemblea nazionale è stata convocata il 5-6-7 marzo, in località ancora da definirsi.

Le assemblee territoriali dovranno svolgersi entro il 31 gennaio, le assemblee regionali nel periodo compreso fra il 1 e il 28 febbraio.

L’assemblea del comitato provinciale di Genova, salvo diverse comunicazioni inviate, è convocata, nella sede di Vico Falamonica 1, mercoledì 27 gennaio alle ore 17.00.

Per tutti i dirigenti sportivi, compresi quelli del CSI, il futuro non si annuncia né semplice né privo di difficoltà.

La ripartenza, quando sarà consentita dall’emergenza Covid, necessiterà di nuovi progetti e grandi innovazioni.

Bisognerà puntare ad unire le forze e, forse, a destrutturare molte realtà’, lasciandosi alle spalle modelli obsoleti.

Lo sport e i suoi dirigenti, ad ogni livello, devono interrogarsi sui cambiamenti educativi e sociali degli ultimi anni che le limitazioni causate dalla pandemia hanno in poco tempo ulteriormente velocizzato.

Einstein diceva che “se vuoi qualcosa che non ha mai avuto devi imparare a fare quello che non ha mai fatto”.

Bisogna quindi studiare, interpretare i bisogni e far nascere una cultura non solo tecnica ed organizzativa, ma anche politica, con la consapevolezza che lo sport è la più grande rete sociale del nostro paese.

 

 

 


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