I bambini devono tornare a giocare

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I bambini e i ragazzi hanno la sacrosanta esigenza di riappropriarsi dei luoghi di gioco, movimento e sport all’aria aperta ai quali erano abituati fino alla metà di Febbraio.

I loro diritti non possono valere meno di quelli, con rispetto parlando, dei cani.

Bambini e ragazzi potranno uscire con modalità e condizioni tutte da definire; sarà necessario aguzzare l’ingegno e trovare nuove formule, distanze di sicurezza, numeri contingentati, ma è necessario che  tornino a svolgere attività fisiche e motorie.

In gioco, come ha ricordato il Ministro della Famiglia e delle Pari Opportunità Elena Bonetti, c’è la loro salute fisica ma anche psichica, dopo quasi due mesi di quarantena.

Secondo un’indagine dell’Istat il 40% dei ragazzi italiani vive in ambienti inadeguati e sovraffollati: è chiaro che, anche se non sempre i genitori se ne accorgono, soffrano molto questa “reclusione”.

Bisogna subito quindi, anche per loro, prepararsi ad una ripartenza che non sarà il ritorno ad una “normalità conosciuta” ma un periodo, certamente non breve, di programmazione e di gestione di sfide diverse e complicate.

Sfide nuove anche per il Centro Sportivo Italiano che, come ha ricordato il Presidente Nazionale Vittorio Bosio, significheranno soprattutto “fare davvero squadra, tutti insieme, per vincere la partita della vita”.

I vari comitati territoriali e le società devono remare nella stessa direzione perché sono interdipendenti fra di loro: in 76 anni di vita del CSI forse, sottolinea ancora Vittorio Bosio, non ci si era mai resi conto del valore dello stare insieme, condividendo obiettivi e strategie.

Fino a qualche settimana fa c’era un po’ più di ottimismo sulla speranzadi ricominciare con l’attività agonistica e concludere almeno la stagione a livello provinciale.

La ripartenza, se avverrà, dipenderà sempre in primis dalle condizioni socio sanitarie e dalle relative norme.

Un’altra ovvia discriminante è quella del tipo di disciplina: più facile per gli sport individuali, molto più complesso per quelli di squadra dove il famoso “distanziamento sociale” è particolarmente difficile da rispettare.

Oggi la FIGC ha deciso di sospendere definitivamente tutti i campionati giovanili dagli Under 17 agli Under 13.

Analoghe decisioni sono già state prese nella maggior parte dei Paesi europei.

Il CSI per ora non ha certezze su tempi e modi di un’eventuale ripresa: è un’ipotesi, comunque estremamente difficile, che sarà valutata anche con i singoli comitati territoriali, sempre all’insegna della prudenza.

Lo sport fra qualche mese dovrà essere uno dei motori per la ripartenza economica e sociale del Paese, ed in particolare lo sport di base.

Ci sono milioni di persone in Italia fra praticanti, tecnici e dirigenti che vivono con preoccupazione questa lunga fase di stop forzato.

Li rassicura, in un certo senso, Vito Cozzoli, Presidente di “Sport & Salute” (Ex CONI Servizi), che in un’intervista al quotidiano “Avvenire” ribadisce la vicinanza alle Asd e alle Ssd, veri avamposti educativi.

“L’obiettivo è quello di aiutare chi, sul territorio, consente di accedere ad una disciplina sportiva, in tutte le forme possibili, da quelle tradizionali a quelle più innovative- dice Vittorio Cozzoli-.  Faciliteremo, anche nel periodo post emergenziale da coronavirus, una pratica sportiva diffusa senza che la soglia economica sia un impedimento alla partecipazione”

Nella fase di ripartenza “Sport & Salute”, insieme al Governo, garantirà un sostegno economico  (significativa l’indennità di 600 euro nel decreto “Cura Italia” per i collaboratori sportivi ) e condividerà progetti specifici con il CSI e gli altri Eps.

 


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