Il Card. Angelo Bagnasco saluta la città

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Mons. Nicolò Anselmi, Vescovo Ausiliare, assistente ecclesiastico del CSI, a nome di tutta la Chiesa genovese, sacerdoti, consacrati e laici, ha rivolto un saluto di gratitudine al Card. Angelo Bagnasco per i quattordici anni durante i quali ha guidato come pastore la nostra Arcidiocesi.

E’ stato questo il momento iniziale della solenne celebrazione liturgica, nella cattedrale di San Lorenzo, che ha caratterizzato la festa di San Giovanni, patrono della città.

Il Card Bagnasco, in un duomo “a numero chiuso” per l’emergenza coronavirus, con maxi-schermo in piazza, è apparso commosso, a tratti, durante l’omelia di una ventina di minuti.

Si è rivolto, innanzitutto, ai giovani, primavera del mondo, invitandoli a non sbagliare la vita.

La cultura di oggi vorrebbe che non fossero persone libere e consapevoli ma esistono altezze , neppure immaginabili,  che l’anima può raggiungere.

Un pensiero alle famiglie, insostituibile palestra di fede ed umanità, agli anziani, depositari di una saggezza che indica ciò che vale.

Il Card. Bagnasco ha ricordato tutti i membri della vita consacrata, i seminaristi, i rappresentanti di altre confessioni religiose.

Particolarmente struggenti i pensieri su Genova: la città che lo ha accudito, da piccolo, fra le macerie del dopoguerra nel centro storico, dove ha imparato a vivere insieme, a faticare, ad accontentarsi di quello che c’era.

Una città bella ed esigente, stretta fra i monti ed il mare: i monti, terra dura e difficile, conquistata con sudore, che costringono ad elevare lo sguardo verso il cielo. Il mare che parla del coraggio dei padri, delle famiglie e del sacrificio.

E dal mare, in mattinata il Card. Bagnasco, a bordo di una motovedetta della Guardia Costiera ha benedetto il porto e la città.

Nella sua omelia ha ricordato la splendida cattedrale, custodita dal Capitolo dei Canonici, e la storica vicinanza della Chiesa genovese ai lavoratori, fin dal 1943, con l’istituzione dei cappellani del lavoro, esperienza unica in Italia.

Prova discreta e fedele che non serve a nulla il muro contro muro, ma bisogna avere lo sguardo teso all’occupazione, alla dignità, al pane e allo sviluppo.

E’ capitato spesso, ha detto il Card. Bagnasco, che  tanti lavoratori lo abbiamo fermato nei vicoli, per un saluto, una confidenza, un saluto  o per bere un caffè insieme: semplici gesti che conserverà fra i ricordi più belli.

L’ultima parola è stata per Maria, grande Madre di Dio, che Genova nel 1637 ha voluto incoronare Regina e che fra venti favorevoli o contrari continua a mostrarci Gesù.

Prima dei saluti con i rappresentanti delle istituzioni, c’erano fra gli altri il sindaco di Genova Bucci e il Presidente della Regione Toti, il Card. Bagnasco dal portone della Cattedrale, con l’urna delle Ceneri di San Giovanni Battista, ha impartito la benedizione alla città.

Solitamente viene portata  con una  solenne e spettacolare processione al Porto Antico: ha anche un grandissimo valore storico-artistico.

Partecipano infatti le Casaccie,  antiche Confraternite, con i portatori dei monumentali Cristi barocchi. Quest’anno le limitazioni per il Covid-19 l’hanno impedita.

Sabato 11 Luglio in Piazza della Vittoria ci sarà l’ordinazione episcopale di Mons. Marco Tasca, nuovo Arcivescovo di Genova, che il Card. Bagnasco ha invitato ad accogliere con gioia ed affetto.


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