La protesta delle palestre

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Si sono presentati con decine di palloncini rossi davanti alla sede di Regione Liguria consegnando simbolicamente le chiavi delle loro palestre.

E’ l’ennesimo grido d’allarme, quello lanciato a Genova in Piazza de Ferrari, del mondo delle associazioni sportive, centri fitness e scuole di danza.

Chiedono certezze sulla data di riapertura, ristori economici adeguati e di essere coinvolti nella redazione dei protocolli di sicurezza.

Durante il primo lockdown hanno ricevuto un bonus di 2000  euro, 4000 durante il secondo: cifre che sarebbero del tutto insufficienti a scongiurare il rischio di fallimento per molte strutture che sono ferme ormai da quasi un anno

L’assessore allo Sport di Regione Liguria Simona Ferro ha raccolto  la richiesta di aiuto degli operatori del settore impegnandosi a farsi portavoce sia in Conferenza Stato-Regioni sia con il Governo.

“La maggior parte di queste palestre sono condotte da associazioni sportive che vivono delle quote degli iscritti- dice Simona Ferro- e non possono essere paragonate a società ed  imprese ma devono essere valutate come realtà specifiche.

Alla fine del primo lockdown molte palestre erano pronte a ripartire dopo che avevano contratto mutui onerosi per adeguarsi a protocolli di sicurezza: neanche il tempo di ricominciare ed è arrivata, quasi in modo beffardo, un’altra chiusura.

“Trascurando questo settore economico si va a minare quello che dovrebbe essere un caposaldo per affrontare questa emergenza sanitaria- conclude Simona Ferro- perché l’esercizio fisico è fondamentale per la nostra salute, anche per quella mentale. Lo sport è socialità, educazione, contribuisce ad uno stile di vita sano e non possiamo abbandonarlo”

 


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