Lo sport al tempo del Covid-19

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In questo tempo di confinamento in casa provo a descrivere ciò che sarà l’impatto del Covid- 19 sul nostro mondo sportivo oggi e domani.

Sicuramente l’oggi, con la chiusura di tutti gli impianti e le relative attività sportive, è drammatico per tutti gli operatori, dirigenti, tecnici e gestori.

Lo sport, da subito, si è allineato alle direttive del Governo: soprattutto la parte dilettantistica, mentre solo il calcio professionistico e l’Uefa hanno continuato le attività, provocando conseguenze forse nefaste (vedasi ad es. la partita Atalanta- Valencia).

Il nostro mondo, afferendo al sociale e facendo parte del settore dei servizi alla persona, è uno dei più tragicamente colpiti con la possibilità di fallimento di varie organizzazioni sportive.

E’ un settore con una forte presenza di risorse umane (dal 40% al 60% di incidenza sul fatturato globale) e quindi la prima preoccupazione è l’aiuto che il governo italiano riserverà a queste persone.

Devo dire che nel  decreto “Cura Italia” è dedicata una parte esplicita al mondo dello sport; questo significa che il Coni e tutti gli enti ad esso collegato e in particolare l’ANIF ( associazione nazionale italiana centri sportivi e di fitness) sono riusciti a sottolineare l’importanza dello sport, che oggi vale circa il 4% del PIL nazionale.

Le norme indicate in questo decreto (art. 95 e 96) sono dedicate alle risorse umane e all’impiantistica.

Le prime si dividono in due tipologie:

  • Le organizzazioni che hanno in forza dipendenti hanno la possibilità di usare la cassa integrazione ordinaria per un massimo, ad ora, di 9 settimane: tendenzialmente, per la Liguria, dal 9 marzo (giorno di chiusura totale delle attività).

Le partite iva e i co.co.co percepiranno un’indennità di Euro 600,00.

  • Per i collaboratori sportivi (la stragrande maggioranza degli operatori in Italia sono inquadrati così e sono circa 600.000) è prevista un’indennità di 600 Euro

E’ la seconda la novità più importante per il nostro mondo dilettantistico: aver tutelato, anche se in modo non sufficiente (lo stanziamento soddisferà circa il 10% degli aventi diritto), per la prima volta, coloro che sono inquadrati con il contratto sportivo.

Da ciò deriva un riconoscimento, finalmente ufficiale, dei collaboratori sportivi nella sua interezza.

Speriamo che i decreti attuativi chiariscano tutti i dubbi sulle modalità per poter usufruire di questa indennità e per poterla prorogare per il resto dell’anno con nuovi stanziamenti.

Per la parte del decreto riguardante l’impiantistica, oltre alla moratoria di 6 mesi sui mutui accesi, si prevede, solo per le strutture sportive pubbliche, la sospensione dei canoni fino al maggio 2020.

Alcuni Comuni ne hanno deciso l’annullamento.

Manca, però, una normativa sulle locazioni per gli impianti privati (la maggioranza in Italia) e soprattutto sulle utenze.

Sicuramente nelle varie tipologie di impianti i più danneggiati sono quelli natatori poiché non possono chiudere completamente gli impianti tecnologici (acqua, gas ed energia elettrica).

Grazie all’iniziativa di quasi tutti i gestori di piscina in Liguria si sta formando una “rete”, presa a modello da altre regioni, che vuole portare all’attenzione del governo nazionale queste problematiche.

Questi, per ora, i principali interventi del decreto “Cura Italia” che considero, personalmente, un successo politico per il settore: si auspicano però altri essenziali stanziamenti.

Ma veniamo al domani e a quello che si sta attualmente facendo.

Oggi, l’unico modo di muoversi (oltre alla corsetta, ma solo nelle immediate vicinanze della vostra residenza) è l’attività in casa, da soli, oppure on- line.

Molte organizzazioni stanno sviluppando “lezioni” di sport on- line per mantenere il contatto con i soci e non dimenticare che in questo periodo di inattività l’esercizio fisico è fondamentale per la nostra salute.

Ma il futuro, in un’ottica di breve periodo, cosa ci riserverà?

Credo, purtroppo, che le attività sportive, saranno come le istituzioni scolastiche: riapriranno più tardi (vedasi caso Cina) e temo che non si possano terminare i campionati, eventi e tornei programmati nella stagione 2019-20.

Questo, oltre ad essere un problema a livello agonistico, ci porterà direttamente al periodo estivo. Escluse poche discipline sportive, è un periodo di modesti introiti.

Bisognerà capire come ricominceranno le attività: sarà permesso il contatto fisico oppure bisognerà, oltre alle elementari misure di prevenzione sanitaria, rispettare anche la distanza del metro?

Se fosse così si aprirebbero problematiche per quasi tutti gli sport e sulla gestione dei centri estivi.

Quindi ci aspetta un periodo molto difficile per la sopravvivenza del sistema sportivo: senza liquidità e incentivi per rilanciare il settore, considerando anche che le persone cercheranno di riprendere l’attività fisica ma ci sarà ancora la paura di contagiarsi.

Per quanto riguarda le risorse la regione Liguria, tramite FILSE, ha messo a disposizione 500.000 Euro per lo sport. Un buon inizio: auspichiamo tuttavia un innalzamento dei fondi per salvare un settore che significa prevenzione sanitaria, socialità e diffusione di sani principi e che dovrà arrivare, per la sua sopravvivenza almeno, speriamo, a settembre 2020.

 

Luca Verardo

Scuola Regionale CONI Liguria

 

 


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