Palestre e piscine: nuovo protocollo

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Palestre e piscine restano aperte ma sono sempre “sub iudice”: dovranno infatti adeguarsi ad un protocollo con regole anti-Covid ancora più rigide con il timore che eventuali nuovi  DPCM od ordinanze regionali potrebbero comunque chiuderle.

Le norme, contenute in uno specifico allegato al DPCM del 18.10.2020, prevedono un controllo costante sugli spogliatoi, dove non vanno lasciati indumenti; gli armadietti dovrebbero essere sanificati dopo ogni utilizzo.

Nelle sale attrezzi si specifica che la mascherina non va indossata solo durante lo sforzo fisico ma va portata quando ci si sposta da una postazione ad un’altra.

Ci sono indicazioni molto precise sullo spazio a disposizione di ciascun frequentatore.

Il protocollo insiste molto sulla formazione del personale, sull’informazione per gli utenti, con la descrizione minuziosa delle misure di sanificazione.

Per le piscine è previsto, ad esempio, che potrebbe esserci addirittura il divieto di fare la doccia consentendo solo un veloce cambio di costume.

I gestori di queste strutture hanno fatto nei mesi scorsi ingenti investimenti in risorse umane e materiali per garantire il massimo livello di sicurezza.

E’ profondamente ingiusto che, per colpa di qualcuno, paghino tutti con uno stop che avrebbe conseguenze disastrose

Sono necessari controlli seri da parte dei NAS, delle ASL e degli altri organi competenti per sanzionare, eventualmente, chi non rispetta le norme, riconoscendo però l’impegno e la fatica di chi invece si è comportato e si comporta correttamente.

Palestre e piscine sono la forza motrice che alimenta il benessere psico-fisico della cittadinanza, l’integrazione, con particolare riferimento alle fasce più deboli: giovani, anziani, disabili, ragazzi difficili.

“Le realtà che conosco io a Genova rispettano le norme. Noi abbiamo sempre agito con grande senso di responsabilità fornendo un servizio sicuro- dice Enrico Carmagnani Presidente CSI Genova-I nostri ambienti sono sani, puliti e sanificati. Il distanziamento con posti assegnati all’interno delle sale corsi, il corretto utilizzo degli asciugamani e degli spogliatoi sono una nostra priorità. Praticamente in ogni impianto ci sono tornelli che, da sempre, regolano l’accesso e tracciano le persone che entrano. Il rischio zero non esiste ma le palestre sono certamente luoghi molto più sicuri di altri”.

Secondo un ultimo censimento, pubblicato nel 2017, in Italia sono 8.114 fra palestre specifiche e spazi dedicati al fitness in più ampi complessi sportivi: il giro d’affari supera i 10  miliardi di euro.

Rappresenta anche un’opportunità di lavoro: 120 mila le figure professionali in questo settore con la richiesta che è in continuo aumento.

Per mantenersi in forma milioni di italiani  praticano sport acquatici: per il  43% dei bambini fino a 10 anni è la disciplina preferita.

I gestori di palestre e piscine, per la loro “forma mentis”, sanno benissimo cosa significa la salute di chi le frequenta.

Non bisogna quindi, anche in “emergenza Covid, ”criminalizzare questo settore con giudizi ingenerosi ed approssimativi.

” La cosa fondamentale per ogni centro è stare alle regole e farle applicare con l’aiuto dei frequentatori-dice Enrico Carmagnani. Sono gli utenti che fanno la differenza: se comprendono il senso delle norme si va avanti bene, basta uno che non le segue e gli sforzi di tutti sarebbero vanificati”.

L’auspicio è che comunque le regole siano di facile interpretazione e che non cambino continuamente mettendo in grande difficoltà gli operatori del settore.

 


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