Ripartire con speranza

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Il CSI ha aggiornato il 4 Settembre il proprio protocollo in tema di misure per il contrasto e il contenimento  della diffusione del Covid-19, per la ripartenza dell’attività in sicurezza sia per gli sport individuali, sia per quelli di squadra, anche di contatto.

Sono documenti molto dettagliati, di facile comprensione ed attuazione, scaricabili dal sito www.csi-net.it, per venire incontro alle richieste e alle aspettative delle decine di società che, anche a Genova, attendono segnali concreti per guardare al futuro con un pò di ottimismo.

La nostra segreteria, in Vico Falamonica 1/8 è aperta dal lunedì al giovedì dalle 17.00 alle 19.00 e il venerdì dalle 15.30 alle 17.30,numero di telefono 010.59.27.55, per fornire tutte le informazioni necessarie.

Informazioni che si possono trovare anche sul nostro sito www.csigenova.it e sulla relativa pagina facebook.

La scelta di ricominciare è anche una concreta assunzione di responsabilità nei confronti dei ragazzi e delle famiglie che sono state costrette a vivere un tempo “sospeso”: non si può continuare a delegare agli altri, “lavandosene le mani” come sarebbe più comodo, forse, ma immorale dal punto di vista etico.

Ci sono ancora poche ricerche su che cosa abbia comportato per i giovani il periodo di lockdown dal punto di vista psico-fisico: sono stati considerati a volte, cittadini di “serie B”  rispetto ad altre categorie.

Attacchi d’ansia, disturbi del sonno ed aumento dell’irritabilità: sono questi i principali risultati di uno studio sui danni della quarantena dell’Istituto Gaslini di Genova guidata dal neurologo Lino Nobili, direttore del Dipartimento di neuropsichiatria infantile dell’ospedale del capoluogo ligure dove è stato aperto un ambulatorio dedicato alla cura di queste sindromi.

La ricerca, in collaborazione con l’Università di Genova, è stato fatta su un campione di 6.800 soggetti, interpellando 3.245 famiglie con figli minori a carico in tutta Italia.

Gli intervistati hanno risposto, a quindici giorni di distanza, in modo anonimo, ad un questionario pubblicato on line sul sito del Gaslini dal 24 Marzo al 3 Aprile.

La pandemia da coronavirus, con il conseguente isolamento domestico, ha causato gravi effetti psicologici su sette minorenni su dieci che hanno avuto problemi comportamentali e sintomi di regressione come la paura del buio, crisi di pianto e difficoltà ad addormentarsi.

Bambini ed adolescenti hanno pagato in questi mesi un prezzo altissimo, poco considerato dai “decisori politici”, e sporadicamente finito all’attenzione dei media.

Fra le altre reazioni, registrate dalla ricerca del Gaslini soprattutto nella fascia d’età fra 6 e 18 anni, ci sono state il cambio d’umore, la sensazione di avere il fiato corto, l’utilizzo improprio dei social, la difficoltà ad andare a letto e la fatica a risvegliarsi al mattino, l’ossessione per la pulizia, la scarsa collaborazione per le attività domestiche.

Molti ragazzi, forse più le femmine che i maschi, anche quando c’era la possibilità di uscire da casa, con le mascherine, rispettando il distanziamento sociale, hanno preferito evitare per paure, in gran parte razionalmente immotivate.

La ricerca dell’Istituto pediatrico Gaslini rappresenta uno stimolo a recuperare, il prima possibile, tutte le possibilità di correlazione fra minori coetanei: è necessario, con delicatezza, senza forzature, accompagnanare i ragazzi ad una quotidianità che sia la più sicura possibile.

I dirigenti del Centro sportivo italiano, i volontari,a qualsiasi livello, devono farsi carico della loro parte di responsabilità.

La vita deve ricominciare con ritmi nuovi, in base alle esperienze vissute e alle norme di precauzione,nel segno della speranza e del coraggio.

“Sappiamo che esistono modi per fare attività sportiva senza correre rischi- dice Vittorio Bosio Presidente Nazionale CSI– e poco importa se ci costringono ad attenzioni alle quali non eravamo più abituati.Alcune regole igienico-sanitarie restranno per sempre nella cultura delle nostre comunità.

Dopo la scuola lo sport è una delle agenzie educative che deve ripartire per dare speranza ai ragazzi, alle famiglie,agi adulti che hanno un disperato bisogno di ritrovare gioia, normalità e i luoghi di relazione con gli altri.

La salute dei ragazzi- conclude Vittorio Bosio- non si tutela chiudendoli in casa in attesa che il temporale passi”.


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